domenica 27 febbraio 2011

You did it to me


ॐॐॐ


Volando verso l'India ho finalmente realizzato che riuscirò comunque a serbare un bel ricordo delle ultime settimane. Volando verso Benares ho deciso che il mio cuore avrebbe colto solo il bello e l’amore e l’energia che si respira nei luoghi che da quel momento in poi avrei visitato. In gita in barca sul Gange verso l’arati serale, mi son lasciato inebriare dalla voglia di respirare nuovamente.
In gita in barca sul Gange, ho sorriso leggendo tra me e me il brano dell’Autobiografia di uno yogi che mi era stato chiesto di legger poi, ad alta voce, agli altri:

“Vi dico” rispose Gesù “che se questi taceranno, grideranno le pietre”. Nella sua reprimenda ai farisei, Cristo voleva far notare che la giustizia divina non è un’astrazione metaforica e che un uomo di pace, anche se la lingua gli fosse stata strappata alla radice, troverebbe comunque la propria parola e la propria difesa nel fondamento della creazione, ossia nell’ordine universale stesso.
“Pensate forse” diceva Gesù “di poter zittire gli uomini di pace? Sarebbe come sperare di soffocare la voce di Dio, del quale persino le pietre decantano la gloria e l’onnipresenza. Pretendete che gli uomini non celebrino la pace in cielo ma si radunino in moltitudini solo per invocare la guerra sulla terra? Fate dunque in vostri preparativi, o farisei, per rovesciare le fondamenta del mondo, poiché non soltanto gli uomini miti, ma anche le pietre o la terra, l’acqua, il fuoco e l’aria insorgeranno contro di voi, per rendere testimonianza dell’armonia da Lui disposta”.

Molti nodi sono sciolti. Mi sento in pace.
Questo il regalo che mi porto dietro al rientro dal mio viaggio in India, dopo il pellegrinaggio sulle orme dei miei Maestri spirituali.

Ho rivisto i tramonti indiani, chiuso gli occhi in meditazione quando un caldo sole, basso tra le palme da cocco e i banani, si accendeva di rosso e si addormentava infine dietro l’orizzonte. Li riaprivo quando ormai era buio e persino il vociare costante della gente sulla spiaggia di Puri era ormai spento. Era l’ora delle zanzare. Ma anche la loro fastidiosa presenza mi faceva sorridere, cosciente che anni prima, in quella stessa città, le zanzare avevano dato fastidio anche al mio Guru.

È stato uno strano pellegrinaggio. Duro. Reso difficile dall’intensa tapasia che ogni pellegrino ha dovuto “pagare”. Siamo stati tutti messi a dura prova da condizioni di salute, spesso eccessivamente precarie, contro cui, chi prima e chi poi, ognuno ha dovuto misurarsi. Gli spostamenti in treno. Le attese snervanti. Gli odori fastidiosi nell’aria e la polvere e i chiassosi clacson nel traffico, colonna sonora costante di giornate lunghe e faticose.
Ma i sorrisi di conforto, le parole d’affetto e di solidarietà tra noi erano la migliore delle medicine. Tra le circa trenta componenti di questo pellegrinaggio ho visto concretizzarsi l’amore che vorrei esistesse sempre tra la gente.

E mi tornano in mente le parole scolpite sulla pietra nell’orfanotrofio di Madre Teresa a Calcutta,  Let us do something beautiful for God. E mi torna poi in mente la foto appesa su quella stessa parete, una immagine del volto di Cristo che faceva da sfondo sulla scena di un uomo che aiutava un altro uomo in difficoltà, e le parole che ne facevano da didascalia: You did it to me. Parole che mi hanno fatto sorridere. Parole che da sempre sento così cariche di significato. Parole che Madre Teresa amava ripetere scandendole sulle cinque dita della mano.





You did it to me


Sintesi, semplice ed efficace, della sua visione del mondo e del significato profondo della sua azione infaticabile.

Ho conosciuto delle splendide persone con cui, chi più e chi meno, ho scambiato opinioni e pensieri.  Dalle persone che, invece, già conoscevo, ho avuto tante piacevoli conferme e tratto esempi ed insegnamenti.

Sul divano della reception dell’hotel di Calcutta, mentre fuori pioveva a dirotto, ho avuto una piacevole conversazione con A. Abbiamo parlato della gente. Del mio e del suo comune errore (?) di sopravvalutare sempre le persone.
Stesi sulle sdraio di Puri, nel buio della notte mentre ascoltavamo il lento sciabordio dell’oceano, con E, abbiamo scambiato opinioni e impressioni su quanto sia difficile gestire il proprio ego in certe situazioni.
In aeroporto a Delhi, sorseggiando qualcosa di caldo, ho realizzato che S e B sono due persone “migliori”.
Durante la cerimonia di purificazione, seduti accanto al fuoco che bruciava i nostri segreti e indesiderati semi karmici, ho realizzato quanto un piccolo gesto possa unire sconosciuti e differenti culture.

Sono in Italia da meno di 24 ore e già tutto questo mi manca. Queste persone già mi mancano. Ma sapevo che sarebbe successo. Da domani rientro nel mondo. Trascorsa questa domenica che ho scelto di vivere in seclusion, cercherò di far tesoro di tutto ciò. Cercherò di rivivere il ricordo di tutto ciò. Cercherò di respingere ogni attaccamento di tipo “inferiore”, non con le sofisticate leggi degli eruditi, ma con la sicura logica della fede.

Molti nodi sono sciolti, oggi mi sento in pace.

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