domenica 7 marzo 2010

Nel giorno del Suo Maha Samadhi


Svaniti di luce e d'ombra i veli,
Sollevata ogni nebbia di dolore,
Sparita ogni alba di fugace gioia
E scomparso dei sensi l’incerto miraggio.
Amore, odio, salute, malattia, vita, morte:
Periron queste false ombre sullo schermo
Della dualità. Onde di risa,
Turbini di sarcasmo, vortici
Di tristezza si fondono nel vasto oceano
Del rapimento.
Di Maya la tempesta s’è acquetata
Per incanto della profonda intuizione.
L’universo, obliato sogno, occhieggia nel subconscio.
Pronto a invadere l’appena ridestata
Memoria del Divino. Io vivo senza
La cosmica ombra, ma essa non è viva
Se divisa da me,
Come il mare esiste senza onde,
Ma non le onde senza il mare.
Sogni, risvegli, profondo sonno turiya,
Presente, passato, futuro per me non sono più:
Ma eternamente onnipresente Io, Io dovunque.
Piantei, stelle, nebulose, terra,
Vulcanici cataclismi da giorno del giudizio,
Fornace plasmante la creazione,
Ghiacciai di silenti raggi X,
Brucianti torrenti d’elettroni,
Pensieri passati, presenti, futuri degli uomini tutti.
Ogni filo d’erba, me, l’umanità,
Ogni particella di polvere degli universi,
Collera, avidità, bene, male, salvezza, lussuria,
Tutto inghiottii, tramutando tutto
Nel vasto oceano del sangue del mio stesso e solo Essere.
Gioia covante sotto le ceneri, spesso attizzata
Dalla meditazione, accecante ai miei occhi di pianto,
Divampò nelle immortali fiamme dell’estasi,
Consumò le mie lacrime, la mia forma, tutto me stesso.
Tu sei me, io sono Te,
Conoscenza Conoscitore, Conosciuto in Uno.
Quieto, ininterrotto brivido, eterna vita, sempre nuova pace!
Godibile oltre ogni immaginazione, estasi del Samadhi!
Non uno stato inconscio,
O narcosi mentale senza voluto ritorno
E’ il samadhi; esso espande il regno della mia coscienza
Oltre i limiti della mia forma mortale,
Fino ai più lontani margini
Dell’eternità, ove Io, Cosmico Mare,
Guardo il piccolo ego fluttuare in Me.
Un passerotto, un granello di sabbia
Non sfuggono al mio sguardo.
Tutto lo spazio è fluttuante con un iceberg nel mio Mare mentale.
L’infinito Contenitore sono Io d’ogni cosa creata.
Dalle lunghe, profonde, assetate meditazioni insegnatemi dal Guru
Viene questo samadhi celestiale.
S’odono i mobili mormorii degli atomi.
L’oscura terra, monti, valli, ecco, son liquido fuso!
Fluenti mari si tramutano in vapori di nebulose!
Om soffia sui vapori, squarciando meravigliosamente i loro veli.
Stan rivelati oceani, scintillanti elettroni,
Finché all’ultimo tocco del cosmico tamburo
Le luci più dense svaniscono nei raggi eterni
Dell’onnipervadente beatitudine.
Io venni dalla gioia, di gioia vivo, in sacra gioia mi dissolvo.
Oceano di mente, Io bevo
Tutte le onde della creazione.
Quattro veli: solidi, liquidi, vapori, luce
Si sollevano dinanzi a me.
Io stesso, in ogni cosa, entro nel Grande Me Stesso.
Svanite son per sempre le incostanti,
Vacillanti ombre di memorie mortali.
Immacolato è il mio cielo mentale sotto, davanti, in alto.
L’Eternità ed io, un solo raggio.
Da piccolissima bolla di risa, io son divenuto
Il Mare stesso dell’ Allegrezza.

Samadhi - Paramahansa Yoganada

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