martedì 21 settembre 2010

Quell’Amore e quell’amore

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Oggi, in treno, andando al lavoro, ero seduto sulle poltrone centrali all’ingresso della carrozza. Da lì, potevo vedere tutto il vagone e tutta la gente seduta. Ho chiuso gli occhi per qualche minuto concentrandomi all’occhio cristico. Ho cercato di percepire la presenza della Madre dentro me. In questi giorni, è “l’unica” esperienza di contatto con “qualcosa di superiore” che mi riesce di fare. E mi riesce in maniera superba. Sento la Madre chiaramente dentro me. Sembra che l’intera percezione del mio corpo cambi e che non sia  più limitata al corpo stesso. Contemporaneamente sentivo quasi come se l’intero mio metabolismo cambiasse. Mi sentivo più leggero. Quasi rarefatto. Ho tentato di mantenere questa condizione il più a lungo possibile. Ma una volta aperti gli occhi, tale magnificenza se ne è andata con la stessa incredibile facilità con cui è arrivata.

Ho provato a fare un esercizio. Consapevole che come è in me, la Madre, è presente in tutti gli altri, ho provato ad osservare tutti con occhi differenti dai miei, che oggi tendo a non fidarmi più di nessuno, in forte contrasto col me stesso di qualche settimana fa che, invece, accordava fiducia a chiunque incontrasse come fosse un suo antico e sacrosanto  retaggio. Ho provato a immaginare tutti i pensieri che si facevano in quel momento. Mi son chiesto come possa essere possibile che la Madre sia davvero in tutti, anche in quelli che proprio in quel momento, magari altrove, facevano pensieri violenti o egoistici ecc.

E allora ho analizzato me stesso. Alcuni amici mi definiscono una persona speciale. Una persona fantastica, colma di qualità, alcune delle quali più uniche che rare. Naturalmente son persone cui son legato da amicizia particolare, profonda, che mi vogliono bene e le cui parole, certamente, sono state pronunciate in momenti in cui avevo bisogno di esser tirato su di morale.

Ho i miei difetti. Enormi. Raggiungo solo l’ombra di quel che realmente desidero: mi fermo sempre prima. E perché la Madre dovrebbe essere anche in me che sono imperfetto, incostante, spesso incapace e che così male ne rappresento l’Amore Universale?

Non sono speciale. Non sono una persona fantastica e dalle numerose qualità. Sono solo uno che vorrebbe imparare ad essere una persona migliore di quel che realmente è, che vorrebbe imparare ad ottenere risultati e stabilità. Sono quel figlio “mancato” che vorrebbe diventare padre. Sono uno yogi che ha un lavoro enorme da svolgere su se stesso e che, invece, desidera essere strumento di quell’Amore ma che, allo stesso tempo, vuole per se quell’Amore e quell’amore.

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1 commento:

  1. Oggi una persona, un’amica, mi ha dato del “contorto, rigido e paranoico”.
    A proposito dei miei difetti. Rifletti Gio’. Rifletti

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