domenica 20 marzo 2011

Cuore oscuro

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Sere fa, E. ed io abbiamo parlato “al buio” dal profondo del cuore.


E. ed io, condividiamo lo stesso amore e gli stessi ideali ed entrambi siamo discepoli dello stesso Maestro. Abbiamo condiviso e discusso dei nostri propri pensieri, credenze, speranze e scelte. Ognuno dal suo punto di partenza e fino al punto in cui aspiriamo arrivare.


E. ed io siamo davvero d’accordo su tanto - persino sulla scelta di accettare gli insegnamenti dei Maestri ma vivere ugualmente il “proprio” cammino, cadendo e rialzandoci quando necessario - e siamo arrivati allo stesso punto partendo da angolature diverse. Questo mi fa capire che un Guru è più di una persona: egli fa da guida in base alla via propria di ciascuno e si rivela in ciascuno ogni volta che è necessario.


Che bello poter discutere partendo dal cuore con le persone. Senza timore di giudizi o senza dover affrontare inutili e vuoti argomenti. È una tale perdita di tempo parlare d’altro, parlare così tanto di cose inutili: dov’è il tempo per questo “non senso”?


Lo stesso era successo in India con A. Vorrei avere più tempo e più occasioni e un numero maggiore di queste persone attorno, per crescere insieme e condividere dharma e cammino.


Quel che vedo intorno e che sto sperimentando negli ultimi anni invece mi disgusta. Ma forse dovrei smetterla di fare “obiezioni”. Dovrei smetterla di rifiutare di accettare il mondo com’è, rinunciare completamente ad esso e alla pretesa che esso sia conforme ai miei “standard”. Non c’è altro modo di obbedire a Lei e di passare il mio tempo nella sadhana. Questa deve essere la lezione che ancora non riesco ad imparare. È inutile aspettarsi qualsiasi cosa da questo mondo. Solo il ritirarsi può portare la pace e forse allora ci si può innalzare al livello in cui si vede solo Dio e la Madre.


Deve essere uno stato sublime, molto al di là di quello cui sono abituato a pensare, io che ancora mi identifico con l’essere un uomo. Un uomo  col desiderio di trovare e realizzare la perfezione e la bellezza nell’umanità e che, evidentemente, non è ancora giunto al punto in cui “tutto è Ciò” allo stesso modo.


Il cuore che pulsa,
Il cuore matto, balbettante,
Per ciò che gli è inferiore
Come per ciò che gli è superiore,
Il rovinoso tocco del piacere o del pensiero –
Cuore oscuro, notte del corpo,
Che pulsi contro il sole,
Il tuo nido di sagacia
Resiste all’assalto.
Ma in un giorno non tuo,
Sommerso o trafitto
Da infinita luce appassionata,
L’angoscia e l’amore sono guariti
Nella pace per la quale sanguinano:
“Tutto quel pulsare non è vero”.

Cuore oscuro - Lewis – Tratto da “La morte deve morire”

 
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