domenica 15 maggio 2011

Adi Shankaracharya


ॐॐॐ

Adi Shankaracharya è stato un religioso e filosofo indiano. Vissuto, si pensa, tra il 788 e il 820 d.C. è stato uno dei maggiori esponenti dell’Induismo per la cui crescita svolse un ruolo fondamentale attraverso la sua filosofia non dualistica e la sua idea di spiritualità fondata sulla discriminazione, senza dogmi e rituali. Adi Shankara espose la dottrina dell'Advaita, che consiste nell'affermare la Realtà assoluta come unica realtà, mentre il mondo, soggetto al continuo divenire, ha una natura illusoria, in quanto impermanente. Definì la Realtà assoluta o Brahman e la pura Realtà Atman dell'essere individuato jivatman, o anima individuale, come la stessa e unica. Questa realtà è non duale, pertanto realizzabile solo rinunciando ai vincoli del contingente.

Fu uno dei primi maestri spirituali a denunciare le caste e gli inutili rituali come delle azioni insensate e, grazie al suo profondo carisma, esortò ogni devoto a meditare sull'amore verso Dio al fine di comprendere la Verità ultima. È l’unico maestro indiano amato da tutti in ogni parte dell’India ed è stato il suo zelo riformatore a riorganizzare l’antico ordine degli swami. Fondò quattro centri educativi monastici dove poter insegnare, gratuitamente, grammatica sanscrita, logica e filosofia vedanta. Dispose questi centri educativi nei quattro angoli dell’India; a Puri, ad est, a Dwaraka, a ovest, a Badrinath e a Mysore, rispettivamente a nord e sud; con l’intenzione di promuovere l’unità religiosa e nazionale in tutto il paese.

I suoi trattati sulle Upaniad, Bhagavad Gita e Vedānta Sutra, sono testamenti di una mente appassionata e intuitiva che non ammetteva dogmi ma si appellava alla capacità di discriminazione. Uno dei suoi più profondi insegnamenti è che l'astratto filosofeggiare non porta alla Liberazione. Solo attraverso amore e altruismo autentici, governati dalla discriminazione, è possibile raggiungere il proprio Sè reale.

Si oppose veementemente alla negazione dell'essere ma credeva che l'Immanifesto, Brahman, manifestasse sé stesso attraverso Iśvara, colui che ama attraverso l'esistere nella perfezione, e visto dal devoto sincero ricercatore come Vishnu o Shiva, o qualsiasi altra immagine dettasse il suo cuore. (fonte Wikipedia)

Si racconta che all’età di sette anni scappò di casa per andare alla ricerca di un guru. Arrivò presso uno dei più grandi del suo tempo, Govinda Bhagavatpada il quale, quando si accorse di lui, dopo essere uscito dalla meditazione, gli chiese:

“E tu chi sei?”

Adi Shankara, bambino, gli rispose iniziando a cantare il brano:

Na Punyam Na Papam Na Saukhyam
Na Dukkham Na Manthro Na Tirtham
Na Veda Na yajnam
Aham Bhojanam Na Bhojanam
Naiva Bhojam Na Kartau
Sadananda Rupam Advaitam
Sathyam Sivam Sundaram

Né peccato né merito, non sono il piacere né il dolore.
Non formula sacra né luogo sacro.
Non i Veda e neppure rituali sacri.
Non sono ciò che mangio, non colui che mangia e neppure l’atto del mangiare.
Sono Colui che è sempre beato, uno senza secondo, Verità, Qualità e Beatitudine.
Io sono Lui.

colonna sonora del video



Stupendo esempio di devozione e fede infinita.
Durante il kirtan, ieri sera, cantando questa canzone, ho sentito parte di questa devozione e questa fede ma ho anche percepito la conferma che spesso è necessario “fondare” da soli il proprio cammino, mettendo in discussione dogmi e priorità stabiliti da altri, purché nel proprio cuore si resti centrati e consapevoli che tutto deve essere finalizzato al ricongiungimento nel Brahman.

Eliminare il contingente mi piace un sacco.

Ecco la perla che cercavo ieri.  

Nulla succede per caso.

Nessun commento:

Posta un commento