domenica 31 luglio 2011

Deep holidays


ॐॐॐ



Estate. Mare. Casa.

È una strana estate. Il tempo sembra non accorgersi che è tempo di bel tempo. Dovrebbe essere sole e caldo. E invece è vento, pioggia, persino temperature piuttosto “fredde”. Generalmente anomale per questo periodo dell’anno. Generalmente intervallate da qualche spiraglio di sole.

Dovrebbe essere vacanza. Dovrei essere felice di queste settimane. E invece da giorni sento a pelle che qualcosa renderà la vacanza non degna di questo nome.

Da giorni sentivo nell’aria sapor di tempesta.

24 ore prima della partenza. Sono ancora a casa mia. Attendo che un amico sbrighi alcune, scoprirò poi, piacevoli “commissioni” prima di partire. Partiremo insieme. È A. È un caro amico. Un caro fratello conosciuto durante l’ultimo pellegrinaggio in India.

Ed eccola la tempesta che da giorni mi sfiorava la pelle. È arrivata sotto forma di un sms. Poi di un altro. E di un altro ancora. Riguarda la mia famiglia. Mio padre, la sua compagna, mia sorella. Riguarda me, anche se sono ancora lontano. In breve la voglia di partire, già poca, si è ridotta all’osso. 

Non voglio partire.
 
Ma ho preso un impegno con il mio amico. E anche se così non fosse non posso e non devo e non voglio sottrarmi a tutto questo. Ci sono cose da sistemare. Richiederà forse lo scontro. Forse la rottura. Richiederà pazienza. Richiederà di sicuro amore.

Decido di provarci.

Salgo in macchina. Il viaggio è la piacevole conferma di un’ottima compagnia. In viaggio è la piacevole sensazione che tutto questo significa qualcosa che non riesco a comprendere. In viaggio le parole di A, le sue confidenze, scoppiano in me e continuo a chiedermi quale insegnamento o quale esempio io debba trarre da tutto questo. Raggiunta la prima tappa, scelgo di approfittare per qualche ora dell’ospitalità d A. Non ho voglia di proseguire ma la compagnia mi ha fatto per un po’ dimenticare di quel che mi aspetta all’ombra di quel colle. È stato un bel viaggio. Ho mangiato un’ottima pizza e goduto di un primo “contatto” col mare nella splendida costiera salernitana. 

Da lì, riparto solo. In auto rifletto sul modo in cui dovrò varcare quella porta. Sull’atteggiamento che dovrò tenere. Non voglio litigare. Altri lo hanno già fatto. Altri che hanno un modo diverso di approcciarsi hanno raccolto la loro roba e sono andati via dalla loro stessa casa di un tempo, la mia stessa casa di un tempo, quella dove insieme siamo cresciuti, per tornare nella loro attuale casa.
 
Orgoglio? Rabbia? Non so.

Rifletto, percorrendo gli ultimi km immerso nella vegetazione tipica della mia terra, che dal Dolcedorme mi porterà sulle rive del mio Saraceno, che dovrei sentirmi in vacanza. Ma non è così che mi sento. Mi sembra più una diaspora.

E invece arrivo a casa. E invece riesco a entrare col cuore in mano. E invece accenno il tentativo di un abbraccio seppur non ricambiato e quindi stroncato sul nascere. Pazienza, ci riproverò. E invece, sembra che io sia portatore di pace. Tutto rimane in pace.

Non so come andrà avanti nei prossimi giorni. Cercherò di mantenere lo stesso stato d’animo. Cercherò di essere messaggero d’amore.

Vacanza. Sono a metà. Tra una settimana starò preparando l’occorrente per tornare al lavoro. Ma quanto ho imparato in questi pochi giorni trascorsi?

Ho avuto una lezione di ottimismo dall’anziano padre di una mia cara amica. Questo saggio uomo sembrava usasse le stesse parole del mio guru. Non ho potuto non sorridere ringraziando i Maestri di questa Loro manifestazione, di questo darshan a lungo atteso e richiesto. 

Solo a casa al mare continuo a provare i canti da suonare al matrimonio di alcuni miei amici. Aggiungo un pezzo che scopro di amare infinitamente. Quanto mi porta in profondità. Canto e libero la mia voglia di kirtan. La mia voglia di amore e di Dio.

Canto e sento l’amore divino riempire le stanze di questa casa. Canto e sento che quell’amore sarà in grado di spalancare tutte le porte. E so che tutto andrà bene. 

Medito e mi rendo conto che non provavo questo trasporto in meditazione da tanto di quel tempo. Medito e mi rendo conto dei risultati che lo studio su me stesso sta producendo. Noto cose che non avevo mai notato di me. Errori, pregi, lati della mia personalità da smussare. Medito e mi rendo conto di che scuola siano stati questi ultimi giorni, che mi hanno fatto affrontare me stesso e certi pregiudizi o certi valori che consideravo scontati. Sento con chiarezza che presto tutto cambierà e il domani mi renderà un uomo migliore di quel che sono oggi. Sento con chiarezza che riuscirò a scavare alla ricerca di un perché. A mitigare quei sentimenti, quelle percezioni di me che mi fanno sentire inadeguato.

Sfide mi attendono. Qui in vacanza ma anche subito dopo.

Domani tornerà. Ma so che tutto andrà bene. 


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