domenica 17 luglio 2011

La grazia del mondo


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Molte donne, amiche, amate, amanti, in passato mi hanno detto che la mia presenza, le mie parole, infondevano loro pace e serenità.

"Mi regali una serenità impagabile"
"Ti ascolto parlare e mi sembra di addormentarmi, cullata, tra le braccia di Dio"

Ho sempre riflettuto su questi commenti. Spesso inaspettati. Cosa potesse rendere così speciali, così calmanti e serafiche le mie parole, è sempre rimasto un mistero.

Oggi però conosco quella sensazione. Vivo quella situazione al contrario. Comprendo la sorgente della pace mentre ascolto parlare, ridere, un'altra persona. Abbraccio ogni sua parola e ascolto ogni suo consiglio e osservo in me i cambiamenti che quelli producono. Il respiro si calma, i muscoli del viso si rilassano. Non ho più bisogno di tenere alte le difese. Apro le porte scee del mio più profondo sé e lascio il suo sguardo, curioso, sbirciare in me. E non ho paura del suo giudizio ma solo tanta voglia di restare lì, per sempre. Dimentico il resto perchè si fa' tutto così piccolo, così insignificante. Una meditazione nel baccano di un ristorante, nel traffico di una strada. Una droga pura e innocua. Nettare divino.

La grazia del mondo, presa o non presa, restituita, la si può forse spiegare? Giudicare? Capire? Abbracciare?

Io che pensavo di voler dare per sempre, provo ora l'ambrosia del ricevere. Come non diventarne schiavo?

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