mercoledì 4 gennaio 2012

All'alba, la cognizione del dolore



"Lasciamola tranquilla", disse il dottore, "andate, uscite". 
Nella stanchezza senza soccorso in cui il povero volto si dovette raccogliere tumefatto, come in un estremo recupero della sua dignità, parve a tutti di leggere la parola terribile della morte e la sovrana coscienza dell'impossibilità di dire: Io. 
L'ausilio dell'arte medica, lenimento, pezzuole, dissimulò in parte l'orrore. Si udiva il residuo di acqua e alcool dalle pezzuole strizzate ricadere gocciolando in una bacinella. 
E alle stecche della persiane già l'alba. 
Il gallo, improvvisamente, la suscitò dai monti lontani, perentorio ed ignaro, come ogni volta. 
La invitava ad accedere e ad elencare i gelsi, nella solitudine della campagna apparita.


La cognizione del dolore. Carlo Emilio Gadda

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