"Lasciamola tranquilla", disse il dottore, "andate, uscite".
Nella stanchezza senza soccorso in cui il povero volto si dovette raccogliere tumefatto, come in un estremo recupero della sua dignità, parve a tutti di leggere la parola terribile della morte e la sovrana coscienza dell'impossibilità di dire: Io.
L'ausilio dell'arte medica, lenimento, pezzuole, dissimulò in parte l'orrore. Si udiva il residuo di acqua e alcool dalle pezzuole strizzate ricadere gocciolando in una bacinella.
E alle stecche della persiane già l'alba.
Il gallo, improvvisamente, la suscitò dai monti lontani, perentorio ed ignaro, come ogni volta.
La invitava ad accedere e ad elencare i gelsi, nella solitudine della campagna apparita.
La cognizione del dolore. Carlo Emilio Gadda
Nessun commento:
Posta un commento